Gv 13, 12a. 16-20
Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato.
Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica. Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto, ma deve compiersi la Scrittura: Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno.
Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io Sono.
In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò,
accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato.
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In questo brano del Vangelo di Giovanni è riportata una parte del discorso che Gesù fa ai discepoli appena dopo aver lavato loro i piedi, aver ripreso le vesti ed essersi seduto di nuovo in mezzo ad essi. Lavando i piedi agli apostoli, Egli fa un gestomolto semplice ma anche rivoluzionario, ed è chiaro con loro: guardate cosa fa il vostro Maestro, il vostro Dio, si piega a lavare i vostri piedi! È così che anche voi dovete comportarvi con i vostri fratelli.
È un invito, infatti, a liberarci dalla superbia, a scendere dal piedistallo e servire il prossimo in modo gratuito, a stargli accanto, tendergli la mano, perché Gesù ci rivela che è più grande chi serve e si prende cura degli altri, non chi li vuole sovrastare e crede di essere superiore a tutti, rischiando di sentirsi superiore anche a Gesù stesso.
Gesù che ha lavato i piedi a TUTTI i suoi discepoli, senza escludere nessuno.
Credo che in questo Egli ci dia un’ulteriore testimonianza. Gesù, infatti, non esclude Giuda anche se sapeva benissimo che egli l’avrebbe tradito. Poteva cacciare via Giuda, non lo fa, anzi gli lava i piedi come agli altri suoi amici. Egli non si sottrae ad amare neanche chi lo consegnerà alla morte: questo mostra la misura del suo amore che è infinito e per tutti, con la possibilità di tornare da Lui fino alla fine, un amore che lascia liberi anche di tradirlo.
E questo è il modo in cui Dio ci chiede di amare il prossimo, come Lui ci ama. Questa è una missione grande, non facile e non sarà priva di ostacoli e cadute. È forse utile partire dai piccoli gesti quotidiani ed essere tranquilli perché quell’amore di Dio che ci chiede di imitare è anche per noi, e non dobbiamo mai avere paura che Lui ci abbandoni e ci lasci indietro o ci lasci privi del suo abbraccio e del suo perdono, perché non può succedere se noi desideriamo essere con Lui.
L’uomo è irragionevole, illogico, egocentrico: non importa, amalo.
Se fai il bene, ti diranno che lo fai per secondi fini egoistici: non importa, fa’ il bene.
Se realizzi i tuoi obiettivi, incontrerai chi ti ostacola: non importa, realizzali Il bene che fai forse domani verrà dimenticato: non importa, fa’ il bene.
L’onestà e la sincerità ti rendono vulnerabile:
non importa, sii onesto e sincero.
Quello che hai costruito può essere distrutto: non importa, costruisci.
La gente che hai aiutato, forse non te ne sarà grata: non importa, aiutala.
Dà al mondo il meglio di te, e forse sarai preso a pedate: non importa, dà il meglio di te.
Madre Teresa di Calcutta