15/02/2017

“Allora prese il cieco per mano, lo condusse fuori dal villaggio e, dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: «Vedi qualcosa?». Quello, alzando gli occhi, diceva: «Vedo la gente, perché vedo come degli alberi che camminano». Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente, fu guarito e da lontano vedeva distintamente ogni cosa.” (Marco 8,22-26).
Qualche versetto precedente abbiamo assistito alla guarigione di un sordomuto, oggi di un cieco. É importante ascoltare. É importante vedere.
Gesù compie il miracolo per gradi. Un primo passaggio con la saliva negli occhi. É come se noi utilizzassimo il tergicristallo per pulire il vetro della nostra auto mentre piove a dirotto. E subito dopo togliere perfino l’ultimo velo, attraverso l’imposizione delle mani, per vederci in modo nitido.
Quanto importante é vedere! Passare dal buio alla luce é l’esperienza che ci rende davvero felici di esistere. La vita si apre ad una dimensione altra. Una dimensione che allarga completamente le nostre possibilità di movimento autonomo.
L’Evangelo sottolinea: da lontano vedeva distintamente ogni cosa. Vedere lontano, in modo nitido, il dipanarsi dei movimenti di ogni cosa che ci circonda. É davvero una esperienza unica.
Abbiamo bisogno anche noi di vederci bene e in modo nitido. Abbiamo bisogno di riscoprire la bellezza di ciò che ci circonda per dare un senso al nostro percorso, al ricostruire la trama dell’esistenza umana, dei significati, della possibilità di un oltre.

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