“Ma a voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro.” (Luca 6,20-31).
Densa la Parola di oggi! Le tre letture sono passi fondamentali della storia della salvezza, iniziata con l’Alleanza sul Sinai, tramite Mosè, realizzata e compiuta da Gesù nel suo Vangelo di cui abbiamo la sintesi nelle beatitudini, e portata avanti dagli apostoli, come Paolo, da noi ora come “servitori” e “collaboratori di Dio” (1Corinzi 3,5. 9). Lo Spirito che ci è stato donato alla Pentecoste ci aiuta a rileggere i passi di Dio verso di noi, per la nostra salvezza ed è forza e guida per il nostro cammino di sequela con Gesù. Gesù, infatti, è stato povero, ha avuto fame e sete (sulla Croce, nel Vangelo di Giovanni), ha pianto (su Gerusalemme, per gli amici), ha ricevuto insulti, odio, disprezzo a causa del fatto che è Figlio di Dio. Quello che più mi colpisce sono la serie di quattro ”guai”, ammonizioni di Gesù verso di noi, verso quegli atteggiamenti che non ci fanno persone vere ma “falsi profeti”: l’essere ricchi di cose e di noi stessi, essere sazi e soddisfatti delle nostre sicurezze tanto da non saper far spazio a Dio e al prossimo, il ridere e non curarsi delle sofferenze e dei problemi, farsi elogiare dagli altri per avere un posto di riguardo e di privilegio. Mi piace l’umiltà e la semplicità di Paolo, un grande nella fede e nell’evangelizzazione, che si riconosce un servitore nella vigna del Signore, infatti “era Dio che faceva crescere” (1Corinzi 3,6). Anche noi riceviamo la Chiesa e il terreno seminato e coltivato da altri prima di noi, noi dobbiamo riconoscere il bene posto da Dio e collaborare per portare avanti la sua opera. Noi siamo “il campo di Dio, l’edificio di Dio” (1Corinzi 3,9), lui opera “ecco io stabilisco un’alleanza: in presenza di tutto il popolo io farò meraviglie” (Esodo 34,10).
Forse non possiamo pretendere di vedere il volto o la Gloria del Signore, ma in Cristo Gesù possiamo essere certi della presenza di Dio, vicino a chi vive in condizioni faticose la sua umanità più vera, a chi vive riconoscendo la propria pochezza e umiltà, a chi cerca di fare del bene e non si arrende a logiche di potere, ricchezza, dominio. Quanto è dura seguire l’esempio di Gesù, ancora di più oggi, dove certe pratiche e parole sembrano essersi perse: “amare i nemici”, “benedire”, “fare del bene”, “offrire perdono”, “dare a chiunque chiede” (Luca 6,27-30). In effetti la “regola aurea” che troviamo in ogni vera religiosità, dove l’Altro è presente e gli altri riconosciuti e amati come fratelli, è profondamente vera: “e come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro” (Luca 6,31). Nuovamente lo Spirito ci chiede una conversione di vita! Potrebbero essere tantissime i riferimenti concreti per la vita di ciascuno di noi a partire dalla liturgia di oggi: ne bastano un paio da scegliere per questa settimana…..
“Rallegratevi ed esultate!” è stato il motto dell’anno associativo 2016-17 di AC: è bello leggerlo alla luce di una storia che dura 150 anni e che chiede nuovi passi di conversione per riannunciare nuovamente il bello e la gioia del Vangelo! Interroghiamoci sui passi da fare, in uscita, verso tutti, perché ciascuno abbia la possibilità di ricevere una Buona Parola di Gesù!