18/01/2023 – Cattedra di S. Pietro

Mt 16, 13-19

Il Signore Gesù, giunto nella regione di Cesarea di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti».

 

 

Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?».

 

Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».

 

E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa.

 

 

A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

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La pagina di Vangelo di oggi è incentrata su una domanda precisa che Gesù pone agli Apostoli: “Chi dite che io sia?

È la stessa domanda che viene rivolta agli uomini di oggi, in particolare a coloro che vogliono mettersi alla sua sequela.
Si tratta di una parola che ci raggiunge in queste giornate che segnano il ritorno alla quotidianità dopo i momenti di festa del Natale e dell’Epifania. L’invito è fare chiarezza su cosa significhi essere cristiani, mettersi in cammino per scoprire che significato ha per noi l’incontro con il Signore e cosa
rappresenta per noi relazionarci con Lui.

Spesso la tentazione è di dar il Signore per scontato o di consideralo un amuleto da usare al bisogno: siamo chiamati, invece, a riconoscere la sua Presenza nella nostra esistenza e a lasciarci plasmare dallo Spirito Santo che è Colui che ci permette di riconoscerlo come unico riferimento della nostra vita. Solo attraverso la nostra disponibilità all’ascolto potremo divenire Testimoni di Speranza nei luoghi in cui viviamo ed essere segno della Sua Presenza, in particolar modo laddove la situazione può mostrarsi più faticosa.

Si tratta di mettersi in cammino, consapevoli che non saremo lasciati da soli in questo viaggio, che a volte potrà riservare delle fatiche, ma che sarà kayros (tempo opportuno) per riconoscere e contemplare i “segni” della dedizione che Dio Padre ha per i suoi figli.

In questa giornata facciamoci accompagnare dal passo di Sant’Anselmo d’Aosta che ci invita a mettere al centro del nostro vivere la ricerca del Signore:
Che io ti cerchi desiderandoti e ti desideri cercandoti.
Che io ti trovi amandoti e ti ami trovandoti
(Sant’ Anselmo d’Aosta – Esortazione della Mente a Contemplare Dio)

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