18/06/2020 – Giovedì della 11ª Settimana del Tempo Ordinario

“Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe.” (Matteo 6,7-15).

La preghiera rivolta al Signore parte dalla profondità della nostra anima, del nostro cuore e della nostra mente. É una preghiera senza fronzoli. É semplice, nel silenzio, senza parole sprecate.

I discepoli sono bisognosi di vivere una esperienza vera che non imiti le stantie preghiere di chi si fa vedere negli angoli del Tempio o nelle piazze. La preghiera al Signore è nel segreto della propria stanza o è una preghiera comunitaria, corale.

Ebbene Gesù la insegna ai suoi discepoli e a noi. É una preghiera che non è legata al tempo ma è eterna, confidenziale, semplice. É una preghiera che nasce dalla Parola antica.

Il Padre Nostro è una preghiera essenziale che ha i tratti dello Shemà Israel. Guarda in alto e guarda in basso. Loda D-o Padre eterno: santifica, spera, desidera.

Chiede il pane di vita, la mitezza verso chi incontriamo, il perdono delle nostre fragilità, è il non sentirsi mai soli.

Nel perdono si fonda l’amore verso D-o e l’altro da noi.

Aiutiamoci singolarmente e in comunità a vivere il Padre Nostro con la gioia di chi sa di sentirsi amato da D-o e verso il quale esprimiamo la nostra fiducia.

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