18/12/2018 – II Feria Prenatalizia dell’Accolto

Luca 1, 19-25

In quel tempo. L’angelo disse a Zaccaria: «Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio. Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempo».
Intanto il popolo stava in attesa di Zaccaria e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto.
Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna fra gli uomini».

Commento:

Nel Vangelo di oggi si compie l’annuncio dell’angelo Gabriele a Zaccaria. Elisabetta e Zaccaria nonostante l’età avanzata concepiranno un bambino, Giovanni. Ecco di fronte ad un annuncio del genere noi non potremmo tenercelo dentro, ma lo andremmo a dire a tutti e continueremo a gioirne; invece quello che sorprende in questo passo di Luca è il silenzio, che a noi, abituati a ricevere mille comunicazioni e annunci ogni giorno, può sembrare una limitazione alla gioia e invece aiuta a predisporre i cuori della coppia a ricevere un dono così grande.

Il silenzio richiama allora un’attesa, quando desideriamo l’arrivo di qualcuno teniamo l’orecchio teso ed anche al minimo rumore ci giriamo sperando che la persona amata sia arrivata. Zaccaria ed Elisabetta sono increduli di fronte al dono del Signore e non riescono a parlare e allora il silenzio diventa ringraziamento; infine di fronte alla realizzazione di quell’annuncio straordinario il loro silenzio diventa contemplazione.

Domande

Riesco a fare silenzio nella mia vita?

Di fronte ai doni grandi che il Signore mi ha dato mi fermo a contemplarli o li do per scontati?

PREGHIERA

Tacere davanti a te, offrirti il mio silenzio

in omaggio d’amore.

Tacere davanti a te per poter dire l’inesprimibile

al di là delle parole.

Tacere per liberare il fondo del mio spirito,

l’essenza della mia anima

Tacere per lasciar battere il cuore più forte

nella tua intimità,

e per prendere il tempo di guardarti meglio,

più libero e più sereno.

Tacere per sognare di te, della tua presenza,

della tua grande bontà,

e per scoprirti nella tua realtà

più bello del mio sogno.

Tacere per lasciare che lo Spirito d’amore gridi in me

“Abba” al Padre,

e dirti “Signore” con la sua voce divina

dagli accenti ineffabili.

Tacere, lasciarti rivolgermi la tua parola

in tutta libertà,

sforzarmi di ascoltare il tuo linguaggio segreto

e di meditarlo.

Tacere e cercarti non più con le parole

ma con tutto il mio essere,

e trovarti veramente quale tu sei, Gesù,

nella tua divinità.

(Jean Galot, Amarti senza vederti)

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