19/02/2018 – Lunedì della 1ª Settimana di Quaresima

“In quel tempo. Vedendo le folle, il Signore Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i
suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: / «Beati i poveri in spirito, / perché di essi è il regno dei cieli. / Beati quelli che sono nel pianto, / perché saranno consolati. / Beati i miti, / perché avranno in eredità la terra. / Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, / perché saranno saziati. /Beati i misericordiosi, / perché troveranno misericordia. / Beati i puri di cuore, / perché vedranno Dio. /Beati gli operatori di pace, / perché saranno chiamati figli di Dio. / Beati i perseguitati per la giustizia, /perché di essi è il regno dei cieli. / Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo,diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».(Matteo 5, 1-12a)

Gesù, in questo lungo discorso, ci mette davanti a otto cose incredibili e assurde per il nostro modo di vedere, tutto il contrario di quello che noi pensiamo e cioè che è meglio essere ricchi, che è meglio stare nel piacere e nel divertimento, che è meglio non farci mettere i piedi in testa, che è meglio essere sazi,farci i fatti nostri e avere buona fama.
In realtà, questo è il comportamento di chi non sa amare…
E poi quel “ Beati” cioè pieni di felicità e contentezza, che sottolinea ancora di più la contraddizione con le parole che vengono subito dopo.
La nostra attenzione si focalizza sulla parola “ Beati”, ma in realtà è necessario tenere presente tutta la
frase dividendola in tre parti: BEATI…- PERCHÈ – e il verbo detto PASSIVO DIVINO cioè è Dio che ci fa il dono della gioia piena del Suo Regno, della Sua consolazione, della Sua misericordia e di uno sguardo puro che ci permette di vederlo. Noi tendiamo invece a pensare a tutte queste cose come procurate dalla nostra capacità umana, mentre avvengono solo se il rapporto con Dio, il lasciarlo operare nella nostra vita, diventa il centro, la cosa più importante da raggiungere, il tesoro per cui si è disposti a lasciare tutto. E l’essere poveri, affamati, nel pianto, perseguitati, esclusi…non è il fine, ma è la condizione per cui (PERCHÈ) si produce un risultato mosso da una ricerca di un modo di vedere la vita che è altro dal mondo ( quando chiamiamo Dio “ Santo, Santo, Santo”, si vuole intendere “ Altro, Oltre, Al di là..)è un modo alto perché è il modo di Dio.

La domanda da farsi allora è se abbiamo il desiderio del Regno dei cieli, di una consolazione vera, ,di un
cuore autentico, di una sazietà che nessuno ci può togliere,di vedere Dio, di essere figlio di Dio! Solo la
mendicanza interiore tiene vivo questo desiderio! Chiediamola insieme con questa preghiera che una
amica mi ha portato dal monastero di Bose:

Signore
poni la Tua mano sul mio capo

Donami
sensi puri per vederti
sensi umili per ascoltarti
sensi d’amore per servirti
sensi di fede per rimanere in Te.

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