“«In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del
mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore».” (Lc 1,39-46)
Luca ci offre un’immagine di Maria che cammina spedita, senza distrazioni, premurosa, protesa verso la casa di Elisabetta. I motivi della visita di Maria possono essere diversi, ma uno emerge in particolare e cioè l’essere segno: Maria non cerca una “prova” di quello che le ha detto l’angelo ma il suo andare è una “rivelazione”. E’ attraverso di lei che Gesù si manifesta, tanto che Giovanni esulta nel grembo perché riconosce la presenza del Messia; cosi come Elisabetta che pronuncia per la prima volta riconosce Gesù come Signore (Kyrios).Tutto questo per mezzo dello Spirito Santo: le manifestazioni visibili passano attraverso le parole e le azioni degli uomini, ma la loro testimonianza viene da Dio e non da loro stessi, grazie allo Spirito.
Che cosa mi spinge ad andare verso gli altri? Le mie azioni e le mie parole sono strumenti perché Dio si manifesti?