20/12/2018 – IV Feria Prenatalizia dell’Accolto

Luca 1, 57-66

In quel tempo. Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.

COMMENTO

Nel Vangelo di oggi si parla della nascita di Giovanni e particolare attenzione è riservata al nome che gli viene attribuito per volontà di Dio.

Il momento dell’attribuzione del nome non è un passaggio scontato nella vita dell’uomo, non solo perché ci terremo per sempre quello, ma soprattutto perché questo ci identifica per chi siamo. Banalmente una domanda che scaturisce tra chi ci conosce è perché i nostri genitori lo hanno scelto per noi o cosa rappresenta.

Il Battista già con il suo nome indica la novità del messaggio di Dio che esula dal pensiero ordinario dell’uomo, la gente vorrebbe che come da abitudine Zaccaria ed Elisabetta chiamassero il figlio con il nome di un antenato di famiglia.

Si può dire che Giovanni fu testimone già dal nome, in primis per suo padre Zaccaria che dopo mesi di silenzio può finalmente senza esitazione benedire il Signore.

DOMANDE

Riesco a dare un nome agli aspetti che definiscono la mia vita (relazioni, paure, sogni, …) o vivo nell’indefinito?

Il silenzio porta frutto nella mia vita come ha fatto in Zaccaria?

PREGHIERA

Ti rendo grazie, Padre,

perché sei il Dio

della mia vita e della mia storia.

Ti rendo grazie perché le tue mani mi hanno plasmato

e la tua Parola mia ha accompagnato

nella luce e nelle tenebre,

nella salute e nella malattia

nella serenità e nella tempesta.

Guidami sui sentieri che conducono a te,

e io possa cantare con gratitudine gioiosa

la mia appartenenza a te:

tuo sono io, o Dio!

Amen.

(Paola Resta, Sul mare la tua via)

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