21/08/2018 – S. Pio X

“In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio».” (Matteo 19,23-30).

Il giovane ricco se ne é andato triste. Pensava di avercela fatta, di poter seguire Gesù. Ma la sequela va vissuta da persone non condizionate dal possesso. É per questo che Gesù motiva il fatto che la ricchezza, il possedere tanti beni non aiuta ad intravvedere nemmeno lontanamente la presenza di D-o nella nostra vita.

E anche i discepoli sono scoraggiati. Chi si può salvare da un idolo così attraente come é la ricchezza, il possesso. Ma Gesù fa presente che la ricchezza crea problemi se ne facciamo un uso distorto ovvero se serve solo a bastare a noi stessi.

Anche Pietro rivendica il fatta di aver lasciato tutto, ma tanto che ne verrà di questa scelta? Gesù di fronte a questa riflessione di Pietro sottolinea che la prospettiva del Regno non é la solitudine ma il condividere la presenza di D-o che si fa davvero vicino al punto che l’impossibile diventa possibile e che il premio non é quantificabile: é semplicemente enorme. Nel porsi alla sequela si riceve molto di più di quello che si é dato.

L’Evangelo si conclude con una affermazione che forse non riusciamo a capire del tutto. Non illudiamoci di essere dei privilegiati ci dice Gesù. Gli ultimi possono diventare primi e i primi ultimi.

Il Signore nel chiedere capacità di distaccarsi dalle cose e perfino della nostra stessa vita, ci invita ad affidarsi. É questo l’unico segreto della vita nel Signore. 

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