22/09/2023 – Venerdì della 24ª Settimana del Tempo Ordinario

“Ma tu, uomo di Dio, evita queste cose; tendi invece alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza. Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni.” (1Timoteo 6,2c-12).

#accontentarsi

Al centro della Parola che oggi meditiamo c’è un chiaro riferimento alla gestione dei beni.

Ce lo ricorda il Salmo (48/49): “Non temere se un uomo arricchisce, se aumenta la gloria della sua casa. Quando muore, infatti, con sé non porta nulla né scende con lui la sua gloria.”

E lo precisa l’Evangelo (Luca 8,1-3): “C’erano con lui i Dodici e alcune donne che li servivano con i loro beni.”

La lettera a Timoteo entra nello specifico dell’uso del denaro: “L’avidità del denaro infatti è la radice di tutti i mali; presi da questo desiderio, alcuni hanno deviato dalla fede e si sono procurati molti tormenti.”

Certamente i beni che ci sono stati dati in Natura e che sono stati costruiti dall’uomo e perfino il denaro, hanno una loro funzione e non vanno demonizzati. È nell’uso che si determina il loro valore. E il discrimine è dato da come possediamo questi beni.

Ed allora ci vengono a pennello le parole a Timoteo: “accontentarsi” e tendere “alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza.”

Immagine: Marta e Marie e Gesù – Giovanni da Milano (c. 1325 – c. 1370)  (Cappella Rinuccini) Basilica di Santa Croce, Firenze. 

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