“Essi [i Pastori] furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».” (Luca 2,1-14).
Che cosa abbiamo atteso? Come pensavamo si presentasse a noi il Messia? Chi lo avrebbe riconosciuto?
Il mistero della nascita di Gesù, l’Unigenito, il Figlio amato dal Padre si é presentato alla luce del mondo senza fare clamore, da bambino. É nato nella precarietà di una stalla, quasi in un ripostiglio. Non ha fatto notizia il suo arrivo. É nato da forestiero non nella comodità della sua casa. É nato nella città dei suoi padri, della tribù di Davide.
É stato accolto dagli ultimi di Betlemme, dalla gente che viveva fuori dalla città e faceva un lavoro non entusiasmante. Eppure i pastori sono stati avvisati da un Angelo del Signore che li avvertiti di portare accoglienza ad un bimbo appena nato. Chissà se hanno capito veramente che era il Figlio di D-o, il Salvatore.
Oggi riconosciamo il bambino Gesù nel presepe all’interno delle nostre case. Lo riconosciamo piccolo, inerme, che piange come tutti i bambini del mondo. Lo accogliamo nei nostri cuori spesso affranti dalla fatica, dalla sofferenza, dalla fragilità, dalla solitudine. Lui, il Signore viene a portare consolazione, tenerezza, un pizzico di gioia e di sorpresa. Ci chiede di meravigliarci di quello che non ci aspettavamo. Non dei tanti doni ricevuti ma del dono che é Lui per noi. Egli, Gesù ci dona amore e misericordia. Ci aiuta a credere nell’impossibile. Ci chiede di volerci bene, di amarci, di gioire nonostante tutto. Facciamogli posto, ascoltiamo la sua voce, accogliamo la sua Luce.