26/09/2023 – S.S. Damiano e Cosma

Lc 18, 35-43

In quel tempo. Mentre il Signore Gesù si avvicinava a Gerico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!».

 

Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!».

 

 

Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui.

 

Quando fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!».

 

E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato».

 

Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio.

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Già da alcuni giorni la liturgia ci sta narrando come Gesù, attraverso i miracoli, non solo sta rivelando chi è, ma sta costruendo il regno, realtà che anche noi possiamo vedere o ignorare; regno di fronte al quale possiamo rimanere indifferenti o scegliere di realizzare.

Il miracolo raccontato oggi è un segno di quel nuovo regno annunciato da Gesù, che si manifesta non semplicemente mediante la guarigione di un cieco, ma attraverso il decisivo cambiamento della vita di un uomo.

Il cieco, infatti, viveva mendicando lungo la strada.
In un giorno qualunque (perché la bellezza di un cambiamento può essere improvvisa, se ci prepariamo giorno per giorno a coglierla), desideroso di cambiare vita, mette i gioco tutte le sue possibilità:
-non può vedere, ma sente frastuono (mette a frutto l’udito) e chiede cosa stia accadendo
-nel momento in cui chiede (voce), si fida di ciò che gli altri gli dicono (abbandono)
-una volta saputo che Gesù sta passando, grida (usa la voce -che possiede- al massimo della sua intensità).

Un altro aspetto mi colpisce: per attirare l’attenzione di Gesù non chiede subito il dono della vista, ma che “Gesù, figlio di Davide, abbia pietà di lui”.
Pieno di fede, sta dicendo a Gesù di mettersi nei suoi panni, di provare pietà o empatia per la sua situazione, di prendersela a cuore e agire di conseguenza. Solo in un secondo momento, entrati in dialogo, chiede di tornare a vedere.
Gesù intuisce la sua fede e gli ridona la vista e la vita del cieco cambia: da mendicante cieco e ai margini, statico, immobile, quasi paralizzato nella sua situazione, diventa discepolo: i suoi occhi vedono, i suoi piedi camminano alla sequela di Gesù, la sua voce annuncia al mondo che la fede in Gesù ti cambia l’esistenza.

 

Invochiamo lo Spirito, perché oggi ci aiuti a riscoprire i nostri talenti e metterli a frutto per vivere da discepoli affidati, che partecipano anche se con piccoli gesti all’annuncio del regno di Dio.

Esulta il mio cuore per la tua salvezza,
canto al Signore che mi dà ogni bene
e inneggio all’Altissimo.

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