26/10/2021 – Martedì della 30ª Settimana del Tempo Ordinario

“In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di D-o, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami». E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di D-o? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».” (Luca 13,18-21).

Gesù compie la sua missione lungo il cammino che lo conduce a Gerusalemme. Al centro di tutto il racconto del capitolo tredicesimo di Luca c’è il brano evangelico che oggi meditiamo.

La domanda posta da Gesù è un interrogativo eterno. Ancora oggi ci chiediamo: che cos’è il regno di D-o? Dove è come possiamo riconoscerlo?

Nell’Evangelo di oggi scopriamo l’essenza del regno di D-o. Il regno di D-o è ciò che cresce nella piccolezza. Il regno di D-o è ciò che è invisibile.

I due esempi che Gesù indica sono di una semplicità disarmante e di una delicatezza unica. Il regno di D-o si sviluppa da gesti umani: un uomo che getta il piccolissimo granello di senape nel suo giardino. E una donna che mette il lievito in tre misure di farina.

Il regno di D-o diventa visibile grazie a noi. Abbiamo noi la gioia di poter farlo diventare nido per gli uccelli e pane da mangiare per noi. Il fatto che siano un uomo e un donna a compiere questi gesti ci rappresenta la nuova creazione che D-o desidera sia fatta da noi.

Il regno di D-o come é un grande mistero é una grande realtà.

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