27/10/2021 – Mercoledì della 1ª Settimana dopo la Dedicazione

(Mt 19, 9-12)
In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un’altra, commette adulterio».

 

 

Gli dissero i suoi discepoli: «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi». Egli rispose loro: «Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Infatti vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli.

 

 

Chi può capire, capisca».

Gesù rende manifesto l’egoismo che sta dietro al pensiero dei discepoli, che guardano solo al tornaconto affettivo e, forse, dell’orgoglio. Non conviene sposarsi…che fatica dover perdere qualche libertà, nel momento in cui non tutto va per il verso giusto. Perché compromettermi?

Il Signore presenta come la “legge nuova” vada scelta compromettendosi, mettendosi in gioco nelle libertà che ognuno di noi ritiene intoccabili, come sposarsi quante volte vuole.
Così come è un “buon compromettersi” anche il vivere da eunuchi per il regno: tanti vedono in questo passo un’immagine della nostra idea di celibato. Un sì che al mondo di oggi è tanto incomprensibile, ma che ancora attira e interroga per la sua radicalità, quella che ci chiede l’amicizia con Gesù.

Quali sono le scelte che mi compromettono guardando agli altri? Come mi pongo davanti ai sì definitivi? Mi attirano o non ne vedo il senso? Sono più comodo nei sì liquidi?

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