27/05/2017 – 6ª Settimana di Pasqua

“In quel giorno chiederete nel mio nome e non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che io sono uscito da Dio. Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre.” (Giovanni 16,23-28).
Gesù si svela, rivela la sua identità, con una affermazione molto forte e significativa: avete creduto che sono uscito dal Padre. Questa affermazione, sono uscito dal Padre, ci fa capire che Gesù é il frutto di un parto tra divinità e umanità.
Credere a questo parto vuol dire cogliere il mistero di un D-o che si ritrae, che libera, che crea privandosi di una unità interiore.
Per questo chiedere nel nome di Gesù significa credere nell’amore incondizionato, perenne, liberante che non ha più bisogno di parole per invocazione ma solo della nostra adesione.
Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto (Luca 11,9 e Matteo 7,7). Ci vengono in mente queste parole che abbiamo ascoltato tante volte. Ci dicono sempre la presenza di D-o nella nostra vita di fede.
Cerchiamo di meditare la profondità di questa dimensione di fede che ci rende liberi, liberati, anche noi ascesi ad una vita altra, nelle mani del Buon D-o.

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