“In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».” (Luca 25,5-11).
L’Evangelo di oggi non lascia scampo all’indifferenza. Il linguaggio di Gesù non é solo profetico o apocalittico. Ci invita a vivere il nostro tempo come tempo ultimo. E che cosa vuol dire vivere il tempo ultimo?
Significa vivere l’esperienza della essenzialità, cioè di cogliere le cose che davvero contano e restano al di là di quello che siamo e facciamo.
Non é facile vivere con sobrietà la vita. Siamo tutti molto attaccati alla vita e alle cose.
Dobbiamo abbandonare i simulacri di quello che sembra sostenerci. Non ci saranno pietre su pietre che reggeranno ciò che é davvero importante per la nostra vita.
Ci impressionano però le ultime parole dell’Evangelo di oggi perché ci presentano un quadro fosco di quello che accadrà. In verità abbiamo l’impressione, soprattutto in questo passaggio di millennio e di fine impero, che già oggi stia accadendo quello che Gesù ha annunciato. Vediamo guerre, carestie, terremoti …
Quello che ci impressiona però é la leggerezza con la quale il Maestro ci ricorda che non sarà questo che pronuncerà la fine alla nostra esistenza umana. Sono cose che devono accadere. Il Signore sembra quasi ricordarci che dobbiamo avere fiducia in lui. Tutto quello che di negativo può capitare non segnerà la fine. Sarà l’incontro con il Signore a dare un nuovo volto alla nostra vita umana.
Qual é il nostro compito, oggi? Quello di restare saldi all’essenziale.