29/10/2018 – S. Onorato da Vercelli

“Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».” (Luca 9,57-62)

Tre incontri, tre risposte sconcertanti di Gesù che chiariscono come vivere se si sceglie di seguirlo. “Ti seguirò dovunque tu vada” dice il primo.. ma Gesù, il Figlio di Dio, che potrebbe avere il mondo ai suoi piedi, non ha una casa perché la sua casa è il mondo; non si rinchiude in un luogo sicuro e protetto perché il suo amore non è esclusivo, ma ha un respiro universale.

Nel secondo incontro, la risposta è ancora più spiazzante perché il gesto del seppellire i morti è una delle opere di misericordia, quindi è cosa buona e sacrosanta! Il fatto, però, è che non sempre la scelta da fare è tra il Bene e il male, ma tra il fare un Bene (che qui sta tutto in quel “Seguimi!”), che ha la precedenza su un altro bene.

Il terzo incontro affronta i legami familiari, cosa preziosa e bella ma che acquistano senso e valore se vissuti nel legame vivo e prioritario con Gesù Cristo.  Man mano che si avanza nella vita, diventa sempre più chiara questa verità: “Nulla anteporre all’Amore di Cristo” (dalla regola di San Benedetto) e questo perché solo l’amore di Cristo, che continuamente ci insegue e ci cerca e che noi mendichiamo, può rendere pienamente bella la nostra vita! L’umanità di Cristo, cioè il suo modo di pensare, di voler bene, di affrontare le fatiche e le umiliazioni, diventa anche il nostro che non si conforma alla mentalità di questo mondo e ha il coraggio di lasciare sicurezze, pretese e presunzioni.

Dalla liturgia dopo la Comunione: “La potenza del tuo Sacramento o Padre, ci pervada il corpo e l’anima perché non prevalga in noi il nostro sentimento, ma l’azione del tuo Santo Spirito”. Amen.

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