“In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».” (Matteo 16,13-16).
Nel giorno in cui la liturgia fa memoria dei due Santi, Pietro e Paolo, che hanno servito la Chiesa di Cristo risorto, riascoltiamo il brano evangelico di Matteo che racconta del cammino che coinvolge il Maestro e i suoi discepoli nella fase più intensa dell’annuncio.
Gesù testa i suoi discepoli con la domanda della vita: ma chi sono per voi?
É la domanda che deve, per forza di cose, rimettere al centro tutto un vissuto. Pietro intuisce la risposta alla domanda di Gesù. Pietro sa bene che Gesù é l’unto del Signore. Ma non é preparato ad accoglierlo interamente, come in altre occasioni é capitato.
La domanda di Gesù ha una importanza anche per noi oggi perché é un interrogativo tanto di fede quanto di umanità. É come se chiedessimo ad una persona che amiamo e che ci ama: ma chi sono per te?
E la domanda presuppone la risposta che segna una scelta: sì, tu sei la persona più importante della mia vita! É la scelta dell’altro, una scelta di vita e di condivisione di cammino insieme.
Gesù però ribadisce a Pietro che né la carne né il sangue possono essere la fonte di questa risposta, ma solo l’Amore di D-o che si compiace anche della semplicità che parte della spontaneità di un qualcosa che non riusciamo a capire totalmente.
Pietro rappresenta noi, ciascuno di noi, che siamo fragili ma spontanei, noi che abbiamo bisogno di camminare sempre per riconoscere la presenza del Signore nella nostra vita.