30/10/2018 – Mercoledi della 30ª Settimana del Tempo Ordinario

“In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un’altra, commette adulterio». Gli dissero i suoi discepoli: «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi». (Matteo 19,9-12)

In questo discorso sul matrimonio e sull’unione tra l’uomo e la donna (Mt 19,5) Gesù si sofferma anche sull’aspetto della rottura di questa unione, cosa inconcepibile per gli uomini – come esprimono bene i discepoli – ma altrettanto inconcepibile per Dio.
L’amore, che unisce l’uomo e la donna, viene da Dio e per tale origine, l’amore unifica e non può separare. Quando un uomo e una donna si uniscono in matrimonio, è Dio che li unisce; il termine «coniugi» viene dal verbo congiungere, coniugare, vale a dire che la congiunzione dei due è l’effetto della parola creatrice di Dio, posti sotto “lo stesso giogo”.

Il matrimonio è indissolubile nella sua originaria costituzione e ripudiare la propria moglie è rompere l’Alleanza con Dio. All’uomo di oggi ed in particolar modo alle comunità ecclesiali la parola di Gesù dice chiaramente che non devono esserci dei divorzi; e, tuttavia, anche se vediamo che ve ne sono, questo non deve diventare motivo di esclusione dalla vita di fede.
Quello che, però, occorre ricordare e ricordarci è l’azione di Dio, unico fedele per sempre, che rende sacro e indissolubile l’amore dei due sposi.

Chiediamo a Dio la grazia di amare con fedeltà, sempre.

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