Siamo alla conclusione di un anno liturgico nel quale siamo stati accompagnati dallo stringato Evangelo di Marco. E il passo evangelico di questa penultima domenica ci riserva toni apocalittici che sembrano descrivere quasi la caduta del tempo dell’umano.
Marco descrive e ci aiuta a capire i significati di quello che sta accadendo per dirci che il Figlio dell’Uomo, il Cristo sta per dare compimento al Regno di D-o, a quel regno che vedrà disciogliersi tutte le potenze e le forze che conducono il mondo, per lasciare spazio definitivo alla Parola, alla Creazione, alla definitiva presenza di D-o in noi e nella nostra storia.
Gesù ha parlato così ai suoi discepoli prima di iniziare il cammino della passione, prima di assumere su di sé il peso dei nostri sbagli e delle nostre idolatrie.
Ma non ci lascia il silenzio e la paura. Ci aiuta a saper leggere con attenzione questo tempo per essere pronti ad accogliere Lui. É una sfida positiva, salutare, proprio perché oggi ci accorgiamo quanto accartocciato sia questa stagione della storia. Non é un caso che il Signore ci ricordi che le idolatrie delle potenze lasceranno il campo e si frantumeranno.
Noi cerchiamo di essere pronti perché nessuno conosce il tempo del suo ritorno, ma il suo ritorno sicuramente ci sarà.
19/11/2018 – Lunedi della 33ª Settimana del Tempo Ordinario
“Mentre Gesù si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!». Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!».” (Luca 8,35-43).
Gesù si sta incamminando e sta salendo verso Gerusalemme. A Gèrico incontra un cieco che sta mendicando il quale saputo che era Gesù si mette a gridare: “Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!”
Stupisce che questo cieco identifichi Gesù come Figlio di Davide e lo riconosca come il portatore ed erede della lunga tradizione ebraica. Ma ancora più importante é il riconoscersi in Gesù nel chiedere aiuto, nel vuol essere guarito nell’anima e nel corpo.
Ancora una volta Gesù guarisce, ma non é solo una guarigione fisica ma una guarigione spirituale: riabbi la vista perché hai fede nel Signore!
Anche noi abbiamo bisogno di vederci. Abbiamo bisogno di affidarci per vedere con gli occhi della fede il nostro cammino verso il Signore che ci dona vita.