“Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di D-o. Come sta scritto nel profeta Isaìa: «Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri»”.(Marco 1,1-8).
L’inizio dell’Evangelo di Marco é una semplice e sintetica indicazione del senso e della novità della presenza del Messia. La citazione del profeta Isaia ci spiega che un messaggero, Giovanni Battista, preparerà il sentiero, indicando a ciascuno di raddrizzare la via affinché il cuore umano si apra alla presenza definitiva del Signore.
Ma l’Evangelo di Marco ci sottolinea una cosa fondamentale, indelebile: la buona notizia non é solo Parola ma una Persona, il Cristo Figlio del D-o vivente.
Questo ci fa ancor di più cogliere il valore delle parole del Battista che chiede a ciascuno la conversione del cuore per ricentrare tutta la nostra vita su Gesù il Cristo, l’Unto del Signore.
Ma le novità di questo concentrato iniziale dell’Evangelo di Marco é che dal Battesimo, dall’acqua veniamo purificati per superare il valico della nostra fragilità umana e soprattutto il pericolo della lontananza dell’Altissimo dalla nostra vita.
La bellezza dell’Evangelo di questa seconda domenica di Avvento sta nel fatto che Marco ci presenta una terza dimensione della relazione con D-o. Il Padre ci manda il Figlio. Il Figlio ci manda lo Spirito Santo e lo Spirito Santo ci ricongiunge al Padre.
Noi, in questo moto circolare unitario, siamo catapultati al centro perché la presenza di D-o altro non é che generare vita, la nostra.
Il messaggio che viene offerto in questo tempo di attesa, in questo tempo dove vegliamo il ritorno del Signore, é legato al tema della speranza “dei cieli nuovi e della nuova terra” (2ª Pietro 3,8-14). In questi giorni perciò cerchiamo di essere donne e uomini di speranza, una speranza viva, una speranza che supera i segnali più tristi di lontananza da D-o.