24/09/2017 – 25ª Domenica del Tempo Ordinario

“Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.” (Matteo 20,1-16).
C’é un elemento, una questione che é oggetto della parabola di questa domenica: un denaro quale compenso per il lavoro svolto. Un lavoro di una giornata o di qualche ora ha un unico corrispettivo: un denaro.
Come é possibile tutto questo? É un paradosso quello che riscontriamo in questa parabola che Gesù racconta?
Tutti siamo abituati a pensare che al centro di questo passo evangelico ci sia il diritto al lavoro equamente remunerato. Per carità non é in discussione questo diritto. Anzi é un dovere lavorare, perché – come diceva Paolo – “chi non vuol lavorare neppure mangi”. Invece al centro di questo brano c’é il padrone della vigna, il Buon D-o, che non guarda quanto lavoriamo ma guarda al nostro essere occupati per il bene della vigna.
La vigna é la nostra vita che va vissuta in pienezza. Spesso però noi pensiamo ad altro anziché impegnarci per amare la nostra vita e nella nostra vita.
In ogni caso, al di là della nostra disattenzione, il padrone ci accoglie sempre, é buono e misericordioso. Ha un metro diverso da noi. Vuole che tutti ci salviamo dall’essere indifferenti da ciò che conta nella nostra vita. Noi siamo preoccupati di notare le differenze, se siamo stati bravi tutta la vita o solo un pezzo o qualche ora. Il Buon D-o ha attenzione a farci capire che davvero ci accoglie sempre. Quale padrone ci accoglierebbe a tutte le ore e ci dà un denaro affinché possiamo vivere? É l’amore quel denaro, l’amore infinito di chi scopre D-o nella propria vita.

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