16/08/2018 – S. Stefano d’Ungheria e S. Rocco

“In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ancora alle folle: «Perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto? Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada cerca di trovare un accordo con lui, per evitare che ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all’esattore dei debiti e costui ti getti in prigione. Io ti dico: non
uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo». In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise,
credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».” (Luca 12,54.57- 13,5)

Qualche giorno fa la Parola di Dio ci ha invitato a riconoscere i segni del tempo (Lc 12, 49-53), ossia a mettere in atto quell’esercizio di «discernimento» per vivere una vita secondo l’Evangelo.
Oggi, percorrendo con Gesù la salita verso Gerusalemme, siamo sollecitati alla «conversione» (13,5): egli ci esorta a metterci in regola prima del “giudizio”, poiché dopo sarà troppo tardi. Attraverso l’esempio raccontato ai vv. 57-59 Gesù raccomanda a ciascuno di decidersi con urgenza per il Vangelo. Il secondo episodio (13,1-5), può essere paragonato ad uno dei tantissimi fatti di attualità che ancora oggi accadono nel mondo. Una repressione sanguinosa, una catastrofe. E’ inutile cercare di spiegare un male con una particolare colpevolezza delle vittime «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio» (Gv 9,3).

Quante volte sono stato distratto e non mi sono accorto del tuo amore di Padre… Non comprendevo, era chiuso il mio cuore. Aprimi gli occhi, o Signore, oggi.

15/08/2018 – Assunzione B.V. Maria

“In quei giorni, Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Allora Maria disse: “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono.” (Luca 1,39-56)
Maria ha accolto la notizia (angelos) che Dio gli ha portato e come le donne al sepolcro (Mt 28,8) non può trattenere per sé questo annuncio, questo incontro con il Signore, ma lo condivide con Elisabetta. È bello notare come è lo Spirito che apre il cuore e gli occhi: Elisabetta non sapeva nulla di cosa fosse successo, non c’erano i telefoni, Maria non le ha mandato un WhatsApp. Ma lo Spirito le fa capire che Maria è stata toccata dalla presenza del Signore e riempita di grazia.
Alle parole di Elisabetta, Maria scoppia in un canto di lode e di benedizione. Riconosce che è il Signore a operare grandi cose (in lei e nella nostra vita), che siamo dentro una storia (di generazione in generazione), che prima di amare siamo amati da lui (la sua misericordia si stende).
Nell’augurio di buona festa dell’Assunzione, auguro a ciascuno di lasciarsi toccare da Dio, lasciarlo entrare nelle nostre vite e irrompere in un inno di ringraziamento, di lode, di riconoscenza per il suo amore che da sempre ci precede e ci riempie il cuore.

14/08/2018 – San Simpliciano

“In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».” (Lc 12, 49-53)

Che parole forti quelle di oggi! Il Signore è venuto a portare divisione! Il vangelo ci chiede di prendere posizione: o lo accogliamo o lo rifiutiamo, non possiamo rimanere indifferenti o neutrali. ”Non si può servire due padroni, o odierà l’uno o amerà l’altro”(Mt 6, 24).
Ascoltare Il Vangelo, costruire la nostra casa sulla roccia può diventare motivo di scandalo. ”Pensate che sia venuto a portare pace?”.
Il nostro Dio è un Dio che rischia su di noi, che ci chiede di non stare seduti, come richiama spesso il Papa.

L’annuncio del Vangelo ricevuto ci scuote? ci fa mettere in cammino? oppure siamo nella quiete, nella tranquillità? Oggi ci chiede di fare una scelta radicale pro o contro Gesù.

Donaci il tuo Spirito, perché anche noi possiamo portare il fuoco del tuo Amore laddove ci chiami a vivere. Mantieni vivo il desiderio di Te nel nostro cuore.

13/08/2018 – S.S. Porziano e Ippolito

“Il Signore Gesù disse: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone
metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire” e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli. (..) A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».” (Lc 12, 42b-48)

Per comprendere questo brano occorre risalire al versetto 32: “Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare il suo Regno”. Tutto questo brano parte, perciò, da un possesso che inonda di tenerezza la nostra vita e che ci consegna la nostra identità di figli di Dio.
Si parla di attesa del ritorno di Chi dà senso alla vita. Un’attesa vigile, piena di desiderio, in evoluzione e non un’attesa statica, mortifera.
Quando ho la certezza di essere amato e di avere la dignità che tutti i figli di Dio hanno, non ho la necessità di cercare altrove il mio essere, compensando con disordini la mia vita ( …percuotere, mangiare, bere, ubriacarsi…).
L’amministratore rappresenta chi ha un compito: sacerdoti, vescovi… ma tutti siamo chiamati a vegliare sulla vita degli altri. L’aggettivo “fidato “ è nei confronti di Dio, mentre “ prudente” è la ragionevolezza che si ha verso il prossimo.

Dalla qualità del nostro rapporto con Dio deriva la qualità del nostro rapporto col prossimo; se sappiamo affidarci e avere una intimità con Lui, sapremo leggere i fatti della vita con lo stile del suo Spirito; al contrario, affronteremo i problemi facendo un lavoro di “pronto soccorso” e nulla più!
La consapevolezza di aver ricevuto e di ricevere molto è l’incentivo a dare altrettanto a chiunque ci chiede ragione della speranza che è in noi (cfr. 1Pt 3). Buon lunedì!

12/08/2018 – 12ª Domenica dopo Pentecoste

“Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.” (Mt 10,5-15)

Questo brano di Matteo è tratto dal discorso missionario dove troviamo alcune indicazioni per i discepoli: lo stile di chi è inviato è la gratuità! Dio ama gratis e vuole che chi lo segue faccia altrettanto. Il modo con cui avviene l’annuncio non è solo pura formalità, ma dice già molto della sostanza. Ciò che si fa conta, perché l’azione produce determinati effetti (guarire, resuscitare, purificare, scacciare demoni) che cambiano la vita delle persone, ma è importante anche portare la pace, una buona parola, un saluto, un sorriso, mentre si fa qualcosa in nome di Dio. Un frate mesi fa durante la missione mi diceva: “fare bene il bene, volendo bene”. E lui se ne intendeva di missione! Sempre per strada, salutando ciascuno col proprio nome e con gioia, portando poche e semplici parole di incoraggiamento nel nome di Gesù! Questo, so per certo, non viene da sé, ma è possibile solo a chi ha incontrato Dio e si sente amato da Lui, perché prezioso ai suoi occhi… Dio non ci lascia nella miseria, perché misericordioso e si muove verso il misero con il Suo grande cuore (questo è grosso modo il significato di MISERICORDIA!); e se ci lascia nell’ingiustizia o nella nostra ostinazione è perché ci dà tempo per convertirci dalla nostra “condotta perversa e dalle opere malvagie” (cfr. Geremia 25,5) e perché vuole che tutti siano salvati (cfr. Romani 11,25).

Lasciamo che il Signore rimuova la nostra ostinazione e il nostro rifiuto, trasformi la durezza del nostro cuore: lasciamoci incontrare dal Signore misericordioso! Apriamoci ad accoglierLo. E ringraziamo per tutti i doni che gratuitamente abbiamo ricevuto, perché vuole dire che Qualcuno ci ama!

11/08/2018 – S. Chiara

“Però è necessario che oggi, domani, e il giorno seguente io vada per la mia strada” (Luca 13, 31-34)

Trovo questo Vangelo un po’ difficile perché non mi sembra semplice immedesimarsi in uno dei personaggi o in qualche situazione qui descritta.

Di questo estratto scelto mi ha colpita la parola “necessario” e, lasciandomi aiutare dalla lettura di un commento alla Parola di un gesuita, ho compreso un po’ più a fondo questo termine: necessario, da una parte, come risposta all’urgenza posta dai farisei che in questo episodio di Vangelo vogliono scacciare Gesù, con la minaccia dell’uccisione da parte di Erode, dall’altra invece è un termine che dice il valore ed anche il mistero di un bisogno d’amore; “è il bisogno dell’amore di andare dove sta l’altro che ama”.

Questo bisogno di amore agisce nella vita dell’uomo oggi, domani e va oltre, come a dire che non si ferma davanti agli ostacoli e che non conosce limiti temporali, non è a rate, non è incostante, c’è!: oggi, domani e nei giorni dopo ancora.

“Io vado per la mia strada”, seguendo lo stesso filone, lo interpreto come un “Io cerco sempre di seguire il mio progetto d’Amore”.

Mi piace qui la risolutezza di Gesù… riconosco di aver solo da prendere esempio dalla sua decisione, dall’avere una SUA strada e soprattutto, dato che sappiamo quanto sia, il Suo, un percorso difficoltoso, dal coraggio con cui Gesù resta sulla strada, la accoglie, la vivifica, la dona a noi.

10/08/2018 – San Lorenzo

“In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore.” (Giovanni 12,24-33)

La sua vita sta volgendo alla fine, la morte è decretata dalle legittime autorità della comunità religiosa, della sua “chiesa”, ma Gesù riesce a vedere oltre la morte, anzi riesce a vedere nella sua morte una fecondità inaudita. Questa è l’ora decisiva, che inaugura un nuovo tempo per la fede, per l’adorazione di Dio, per la salvezza dei morti e dei vivi.
Per rivelarla, Gesù ricorre a una breve similitudine, pronunciata con grande autorità (vv. 24 seg). Ecco la necessitasà della passione e morte, della croce. La sua morte è una semina, nella quale il seme deve cadere a terra, essere sotterrato, morire come seme e dare origine a una nuova pianta che moltiplica i semi nella spiga. Così Gesù legge la propria morte e così ci rivela che anche per noi, uomini e donne alla sua sequela, diventa necessario morire, cadere a terra e anche scomparire per dare frutto. È una legge biologica, ma è anche il segno di ogni vicenda spirituale: la morte vera è la sterilità di chi non dà, di chi non spende la propria vita ma vuole conservarla gelosamente, mentre il dare la vita fino a morire è la via della vita abbondante, per noi e per gli altri.

Il cristiano che vuole essere servo del Signore, che dice di amare il Signore, deve semplicemente accogliere questa morte, accettare questa caduta, abbracciare questo nascondimento. E allora non sarà solo, ma avrà Gesù accanto a sé, sarà preceduto da Gesù, che lo porterà dove egli è, cioè nel grembo di Dio, nella vita eterna.

09/08/2018 – Santa Teresa Benedetta, Patrona d’Europa

“Ecco lo sposo! Andategli incontro!” (Luca 25,1-13)

Il Vangelo di oggi presenta la celebre parabola delle dieci vergini e viene utilizzata dal Maestro per spiegare il detto escatologico “Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà!” (Mt 24,42). Il tema centrale è chiaramente la necessità di essere pronti per non venire esclusi dal banchetto eterno. La parabola fa riferimento ad una usanza, legata alle nozze ebraiche del I secolo d.C., che prevedeva l’accompagnamento degli sposi da parte di un corteo di ragazze. Il gruppo, descritto da Matteo, è composto da vergini sagge e stolte: ciò che le distingue non è la vigilanza, tant’è che tutte si addormentano (v. 5), ma l’attenzione all’imprevisto, la capacità di affrontare ogni evenienza, portando dell’olio per alimentare le lampade (v. 4). A mezzanotte tutte le ragazze si svegliano al grido “Ecco lo sposo! Andategli incontro!” (v. 6) e dietro questo personaggio si nasconde proprio Gesù. È significativo notare come sia solo in questo momento che le vergini stolte si rendono conto di aver bisogno di olio, ma si scontrano con il rifiuto delle sagge e sono costrette a recarsi dai venditori. L’epilogo del racconto ha un forte tenore apocalittico: con lo sposo entrano al banchetto solo le vergini “pronte”, mentre le altre restano chiuse fuori.

Grazie Signore per il dono del Tuo “olio d’amore”.
Aiutaci ad alimentare questo rapporto con Te e a vigilare perché non venga meno, cosicché la lampada possa restare accesa fino al Tuo arrivo.
Rendici pronti a correrti incontro, sull’esempio di S. Teresa Benedetta della Croce, che oggi la Chiesa ricorda, per entrare con Te alla festa nuziale.

08/08/2018 – San Domenico

“In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «[…] Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato. Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire».” (Luca 12, 8b-12)

Lo Spirito soffia: non ce ne rendiamo conto sempre, ma questa certezza deve accompagnarci. Negare la sua presenza è il più grande peccato che possiamo compiere. Quante volte nelle situazioni quotidiane siamo spinti a fare delle scelte o a dire certe parole e sentiamo che la cosa giusta da fare è un’altra: lo Spirito soffia.

Quante volte in situazioni di disagio e di difficoltà abbiamo paure di non saper cosa dire o come comportarci e le parole ci escono in modo naturale: lo Spirito soffia.

Quante volte ci viene in mente una persona, la chiamiamo o la sentiamo anche solo per messaggio e si apre a noi, si confida, ci ringrazia per quel gesto: lo Spirito soffia.

In questo periodo di vacanza e di maggiore tranquillità, diamo più ascolto allo Spirito, così da affinare la nostra capacità di riconoscerlo con

07/08/2018 – S. Sisto II e compagni S. Gaetano

“In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui. Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri!» ” (Luca 12, 4-7)

Oggi il Vangelo ci invita nuovamente a coltivare l’atteggiamento della fiducia. In pochi versetti ci viene ripetuto “Non temete”. Non abbiate paura.
S.Ignazio negli esercizi spirituali ci ricorda come il nemico della natura umana ci amplifica le paure e i rischi per tenerci bloccati. Oggi ci viene detto “Non avere paura”: affida le tue paure al Signore.
“voi valete più di molti passeri”: siamo, forse, in vacanza.. proviamo a contemplare la natura che ci circonda (il mare, la montagna, la campagna): Dio si prende cura di tutto questo, a maggior ragione si prende cura di noi, ci custodisce e ci protegge.
Possiamo fare nostro le parole del salmo 22, “se camminassi per una valle oscura non temerei alcun male perché tu sei con me”.

Certi che Il Signore cammina con noi, buona giornata