22/11/2021 – S. Cecilia

(Mt 11,16-24)
Gesù disse: “A chi posso paragonare questa generazione? E’ simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, dicono: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”

 

E’ venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “E’ indemoniato”.

 

E’ venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”.

 

 

Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie. Allora
si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite:

 

“Guai a te, Corazìn! Guai a te Betsàida! Perché, se a Tiro e Sidone fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite.

 

 

Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora!

 

Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno
duramente di te!”.

Il vangelo di oggi ci presenta due forti rimproveri di Gesù. Chi sta rimproverando? Coloro che hanno ricevuto la predicazione di Giovanni Battista e coloro che hanno ricevuto la sua predicazione e assistito ai suoi gesti, ma non hanno cambiato vita, non hanno riconosciuto in Lui il Messia atteso.

Si tratta, cioè, di un rimprovero a coloro che attendono all’infinito, forse perché attendono qualcosa di astratto, e quindi restano indifferenti all’incontro con Lui; o forse perché si crogiolano nella comodità dell’attesa, che, quando si perde la
speranza della sua realizzazione, non chiede di cambiare, di avviarsi per un cammino di sequela.

Allora possiamo domandarci se questi rimproveri di Gesù non siano rivolti un po’ anche a noi: non sto correndo il rischio di non riconoscere Gesù nella mia vita, perché invece di Lui aspetto un’idea astratta? Non è che in fondo desidero che l’attesa continui, perché mi dà la scusa per restare adagiato in una vita comoda e disimpegnata?

Preghiera
Signore, sappiamo quanto sia pericoloso il sonno,
soprattutto quando ci aggredisce in modo inaspettato.
In agguato nel nostro animo c’è un sonno di cui pochi si avvedono
anche se è il più pericoloso,
un sonno che cala pesante sugli occhi
e impedisce di riconoscere i tuoi segni, i segni del Tuo Amore;
un sonno che assopisce ogni slancio ed entusiasmo
e rallenta inesorabilmente i ritmi della vita spirituale,
un sonno che ci culla in altre occupazioni e sogni e porta fuori strada.
Signore, tu oggi ci scrolli dal nostro torpore e ci gridi:

«Vegliate! Non fatevi prendere di sorpresa!
Cogliete i segni e interpretate la drammatica storia
che state vivendo! Non temete: Ecco io vengo!».
Grazie, Signore, per questa nuova venuta:
fa’ che ad essa ci prepariamo con speranza;
fa’ che ci tolga di dosso il sonno della chiusura
a Te e ai fratelli, il sonno della pigrizia, dell’egoismo,
dell’irresponsabilità di fronte alla storia degli uomini.

21/11/2021 – 2ª Domenica di Avvento – I figli del Regno

Anche questa settimana ci lasciamo aiutare nei commenti al Vangelo da un giovane del Gruppo Teologico di AC ambrosiana.

(Mc 1,1-8)
Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio.

 

 

Come sta scritto nel profeta Isaìa: «Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri»,

 

vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.

 

Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.

 

Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

Questo breve passo del Vangelo è diviso in due parti: un inizio e una profezia.
Il primo versetto è l’inizio del Vangelo secondo Marco, che, come un titolo, racchiude tutto: qui inizia il lieto annuncio di Gesù. Che vuol dire che noi ascolteremo quale buona notizia ci porta Gesù, ma anche la buona notizia dell’avvento di Gesù tra noi, perché Gesù è la buona notizia: egli infatti è il Messia che attendevamo, il Figlio di Dio.

La profezia è duplice: una profezia antica si realizza con l’arrivo di Giovanni che a sua volta è profeta di un altro, che arriverà presto. Di quest’altro ci viene detto che sarà forte e battezzerà in Spirito Santo. Nient’altro; per saperne di più dobbiamo attendere con fiducia e prepararci a riconoscerlo.

Siamo pronti a lasciarci stupire dal lieto annuncio di Gesù? Come ci stiamo preparando a cercare con pazienza di riconoscere i segni della sua venuta nella nostra vita?

Preghiera
Ecco il Signore viene
una voce risuona per noi dal deserto
nell’amore vegliamo, prepariamo la strada
al nostro Dio.
Ecco il Signore viene
la promessa del Padre sostiene l’attesa
la salvezza è vicina, la vediamo fra noi
Gesù il Messia.
Ecco il Signore viene
noi viviamo sedotti da questa speranza
già sul monte di Sion salgon tutte le genti
incontro al Padre.

Ecco il Signore viene
Chi è seduto sul trono e l’Agnello immolato
nello Spirito santo già riceve la lode
da ogni uomo.

20/11/2021 – Beato Samuele Marzorati

Matteo 10, 1-6

In quel tempo. Il Signore Gesù, chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.

 

 

I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì.

 

 

Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele».

In un’epoca come la nostra, segnata dall’individualismo e dal protagonismo , nella Chiesa come nella società, Gesù ci ricorda che la sua Parola e la sua missione sono affidate ad un Popolo, di cui gli apostoli sono segno.

Proviamo allora ad essere ogni giorno tessitori di alleanze, in parrocchia e in paese, a non vivere di competizione con gli altri, bensì sentendoci parte di un unico poliedro, di facce diverse, ma che solo insieme esprimono tutta la ricchezza dei carismi e dei talenti che Dio ci ha donato.

Preghiera
Non basta saper volare con Te, Signore.
Tu mi hai dato il compito
di abbracciare anche il fratello
e aiutarlo a volare.
Ti chiedo perdono, perciò,
per tutte le ali che non ho aiutato a distendersi.
Non farmi più passare indifferente
vicino al fratello che è rimasto con l’ala impigliata;
soprattutto per questo fratello sfortunato,
dammi, o Signore, un’ala di riserva.
(don Tonino Bello)

19/11/2021 – Venerdì della 1ª Settimana di Avvento

Matteo 9,35-38

In quel tempo. Il Signore Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità.

 

 

Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai!

 

Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!».

Per noi laici di Azione Cattolica, la preghiera per le vocazioni non si riduce a chiedere al Signore nuovi seminaristi e nuovi preti: è piuttosto la preghiera perché ogni battezzato possa sentirsi chiamato a partecipare alla missione che il Risorto ha affidato alla Chiesa.

Preghiamo dunque perché ogni laico sia mosso a compassione per l’umanità senza pastore e si innamori della proposta di Gesù di farsi operaio nella vigna del Signore.

Preghiera
Signore,
compi in me l’opera della tua Parola
attraverso il dono del tuo Spirito.
Suscita in me la capacità di servire.
Rendimi servitore e testimone.
Fa’, o Signore, che io gusti la bellezza della tua chiamata
e senta come essa è per me.
Fa’ che io senta come è bello
lasciare tutto per servirti
e renderti testimonianza.

(C.M. Martini)

18/11/2021 – Dedicazione delle Basiliche Romane dei S.S. Pietro e Paolo

Matteo 9, 16-17

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai discepoli di Giovanni:

 

«Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore.

 

 

Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano».

In questi anni lo Spirito conduce la Chiesa a riformarsi a tutti i livelli.

La sinodalità che ci è chiesto di imparare non è solo uno stile da applicare qua e là nelle nostre comunità: è un vero e proprio paradigma alla luce del quale decostruire e ricostruire il nostro stare insieme.

Tutto deve essere messo in crisi dalla cifra della sinodalità: sia i modi di pensare che i metodi dell’agire.

Per un vino nuovo occorrono otri nuovi!

Preghiera
Padre, non prego solo per questi,
ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola:
perché tutti siano una sola cosa;
come tu, Padre, sei in me e io in te,
siano anch’essi in noi,
perché il mondo creda che tu mi hai mandato.
E la gloria che tu hai dato a me,

io l’ho data a loro,
perché siano una sola cosa
come noi siamo una sola cosa.
Io in loro e tu in me,
perché siano perfetti nell’unità
e il mondo conosca che tu mi hai mandato
e che li hai amati come hai amato me.
(Gesù)

17/11/2021 – S. Elisabetta d’Ungheria

Matteo 9,9-13

In quel tempo. Andando via di là, il Signore Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi».

 

Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli.

 

 

Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».

 

Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”.

 

 

Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».

Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?”: ciò che stupiva i farisei è ciò che ha salvato noi. Ringraziamo il Signore, perché ad ogni Messa mangia insieme a noi.

Che consolazione avere incontrato un Dio così! La sua misericordia ci guarisce dall’ansia di prestazione, dallo spirito competitivo, dal bisogno del riconoscimento degli altri… in altre parole: ci salva!

Proviamo a sostare e a gustare questo amore di Dio e lasciarcene trasformare, come è successo all’apostolo Matteo.

Preghiera
Io non capisco come non ti stanchi di me.
Tu sei continuamente alla mia presenza
ed io ti guardo
solo per qualche tratto,
poi scappo
e riprendo la mia libertà,
perché credo che solo così
sono me stesso.
Io non capisco
perché tu non ti stanchi di me
e non mi lasci al mio destino,
ma poi so
che solo tu sei il mio destino.
(Ernesto Olivero, fondatore SerMiG)

16/11/2021 – S. Geltrude e S. Margherita di Scozia

Mt 7, 21-29

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva alle folle:

 

«Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”.

 

 

Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”.

 

 

Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia.

 

 

Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».

 

 

Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi.

Il dono della Parola di Dio, che come cristiani abbiamo ricevuto, non è un ingrediente superfluo per la ricetta della nostra vita: c’è in gioco per noi la salvezza, la qualità stessa della nostra esistenza, come una casa fondata sulla roccia piuttosto che sulla sabbia.

Una volta ricevuto questo dono, non possiamo più far finta di niente: potremmo dire che è questione di vita o di morte. È un caso serio: non seguire Gesù significa rifiutarlo.

Preghiera
Migliaia di membri della chiesa del nostro paese corrono il pericolo della repressione e della persecuzione.
Non sono andati a cercarsi questa strada, ma vi sono stati portati, sono stati costretti a percorrerla. Spesso
contro la loro volontà, contro la loro carne e sangue, perché Dio aveva loro fatto violenza, perché non
riuscivano più a resistere a Dio, perché non potevano più tornare indietro rispetto alla parola di Dio, al suo
appello, al suo comando.
O Dio, perché ci sei così vicino?
Il non potersi più liberare da Dio: ecco l’inquietudine angosciosa di ogni vita cristiana.

(Dietrich Bonhoeffer)

15/11/2021 – S. Alberto Magno

Mt 4, 18-25

In quel tempo. Mentre il Signore Gesù camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori.

 

E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini».

 

Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono.

 

 

Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. 

Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.

 

 

Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.

 

La sua fama si diffuse per tutta la Siria e conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guarì.

 

Grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano.

Con l’Avvento inizia un nuovo anno liturgico. Ecco allora che la liturgia ci parla di due inizi: Gesù che inizia a predicare e alcuni pescatori di Galilea che vengono chiamati da Lui ad iniziare una nuova avventura.

Come loro, anche noi possiamo credere nella potenza della Parola di Dio, che ogni giorno, anche oggi, ci offre l’opportunità di iniziare una nuova vita dietro a Gesù. Non è mai troppo tardi!

Preghiera
O Signore e maestro della mia vita!
Togli da me lo spirito di ozio, di scoraggiamento,
la brama di potere e il vano parlare.
Dona invece al tuo servo
lo spirito di castità, di umiltà, di pazienza e di amore.
Sì, o Signore e re,
concedimi di vedere i miei errori
e di non giudicare il mio fratello,
perché tu sei il benedetto nei secoli.
Amen.

(Efrem il Siro)

14/11/2021 – 1ª Domenica di Avvento

Da oggi per tutto il periodo di Avvento diamo spazio e voce al gruppo Teologico di AC ambrosiana

Lc 21,5-28

In quel tempo. Mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, il Signore Gesù disse:

 

«Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».

 

Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?».

 

Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».

 

 

Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.

 

Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome.

 

Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.

 

 

Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.

 

Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.

[Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città; quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti.]

 

 

Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.

 

 

Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina»

Il Signore annuncia la demolizione del Tempio, l’apparire di impostori che vorranno far credere di essere il Messia e il sopraggiungere di sofferenze per i suoi discepoli. Ma se avremo la pazienza di leggere il brano fino in fondo, nonostante i toni drammatici, saremo ricondotti alla speranza della salvezza per chi ha creduto in Lui.

Una speranza che non delude, che ci permette di “risollevarci e alzare il capo, perché la nostra liberazione è vicina!”.

Preghiera
Signore Gesù Cristo,
ti sei fatto inchiodare sulla croce,
accettando la terribile crudeltà di questo dolore,
la distruzione del tuo corpo e della tua dignità.
Ti sei fatto inchiodare,
hai sofferto senza fughe e senza compromessi.
Aiutaci a non fuggire di fronte a ciò che siamo chiamati ad adempiere.
Aiutaci a farci legare strettamente a te.
Aiutaci a smascherare quella falsa libertà
che ci vuole allontanare da te.
Aiutaci ad accettare la tua libertà “legata”
e a trovare nello stretto legame con te la vera libertà.
(Benedetto XVI)

13/11/2021 – S. Omobono e S. Francesca Saverio Cabrini

Matteo 13, 5a, 33-37
In quel tempo. Il Signore Gesù si mise a dire ai suoi discepoli:

 

«Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento.

 

 

È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare.

 

 

Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati.

 

Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».

…vegliate, perchè non sapete quando è il momento”, dice Gesù ai suoi discepoli parlando dell’ora del giudizio finale. Se molti momenti della nostra vita li possiamo prevedere perchè sono fissati da altri in modo preciso o li fissiamo noi, la gran parte non li possiamo davvero prevedere, specialmente quelli più drammatici che, a volte, condizionano la nostra esistenza.

Quando Gesù invita i suoi discepoli a vegliare non parla ovviamente della veglia notturna e della privazione del sonno, ma di un atteggiamento spirituale indispensabile nella vita di un credente.
Vegliare è quindi, prima di tutto, assumere un atteggiamento di profonda attenzione verso tutto quello che accade fuori e dentro di noi, nei fatti della vita, nelle persone che incontriamo e anche in quello che avvertiamo nel cuore e nella mente.

“Vegliate!”: Gesù lo ripete per ben tre volte in queste poche righe di Vangelo e al termine di un lungo discorso sulla storia umana, e su come Dio agisce dentro di essa. “Vegliate!” è l’ultima parola in questo passaggio del Vangelo di Marco, prima di iniziare, dal capitolo successivo, tutto il grande racconto della passione, morte e resurrezione.

L’invito a non addormentarci non è fatto per impaurirci ma piuttosto per incoraggiarci a cogliere il bello e il bene che si nascondono dentro il tempo che ci è dato da vivere.
“Vegliate!” è una spinta per noi oggi ad avere l’atteggiamento giusto in questo tempo di Avvento 2021 che sta per iniziare.

L’Avvento – come scrive papa Francesco – ci invita ad alzare lo sguardo e ad aprire il cuore per accogliere Gesù. In queste settimane non viviamo solo l’attesa del Natale ma veniamo spronati a risvegliare l’attesa del ritorno glorioso di Cristo, preparandoci all’incontro finale con Lui con scelte coerenti e coraggiose. Siamo chiamati a uscire da un modo di vivere rassegnato e abitudinario alimentando speranze, sogni per un futuro nuovo. Questo tempo è opportuno per aprire il nostro cuore, per farci domande concrete e per chi spendiamo la nostra vita.

A tutti noi l’augurio di vivere un autentico Avvento!