Gv 3, 23-32
In quel tempo. Giovanni battezzava a Ennòn, vicino a Salìm, perché là c’era molta acqua; e la gente andava a farsi battezzare. Giovanni, infatti, non era ancora stato gettato in prigione.
Nacque allora una discussione tra i discepoli di Giovanni e un Giudeo riguardo alla purificazione rituale. Andarono da Giovanni e gli dissero: «Rabbì, colui che era con te dall’altra parte del Giordano e al quale hai dato testimonianza, ecco, sta battezzando e tutti accorrono a lui». Giovanni rispose: «Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stata data dal cielo. Voi stessi mi siete testimoni che io ho detto: “Non sono io il Cristo”, ma: “Sono stato mandato avanti a lui”. Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è piena. Lui deve crescere; io, invece, diminuire».
Chi viene dall’alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito.
COMMENTO
Il Vangelo di oggi ci presenta la differenza tra l’azione di Gesù e quella di Giovanni; ad indicarci quale sia la differenza sostanziale è lo stesso Giovanni che, interrogato dai suoi discepoli circa la purificazione rituale, afferma che Gesù è l’inviato di Dio.
Giovanni riconosce che Gesù “viene dall’alto” e per questo è “al di sopra di tutti”; ed è Lui colui al quale ha preparato il cammino e che noi dobbiamo accogliere. Il Battista sposta ancora una volta l’attenzione dei discepoli su Gesù, indicandolo come colui da seguire, “Lui deve crescere; io, invece diminuire”.
Giovanni è così paradigma per ogni cristiano: riconoscersi servo inutile e aiutare gli altri ad accogliere Gesù nella propria vita.
Domande:
Quante volte ci facciamo prendere dalla nostra superbia e dalla nostra voglia di primeggiare, dimenticandoci di essere servi inutili?
Sono in grado come il Battista di preparare il cuore di chi mi sta accanto all’incontro con il Signore?
Preghiera:
Lampada per i miei passi è la tua parola
luce sul mio cammino.
Meravigliosi sono i tuoi insegnamenti:
per questo li custodisco.
La rivelazione della tua Parola illumina,
dona intelligenza ai semplici.
(Sal 119,105.129-130)
17/12/2018 – Feria Prenatalizia dell’Accolto
Luca 1, 1-17
Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto. Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccaria, della classe di Abia, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni. Avvenne che, mentre Zaccaria svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso. Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso. Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto».
Commento
All’inizio del Vangelo Luca pone l’accento sulla ricercatezza e l’accuratezza delle fonti da cui ha attinto per trattare i fatti che si accinge a narrare.
La Parola assume, quindi, fin da subito una connotazione centrale, non solo come fonte attendibile, ma soprattutto come veicolo per trasmettere la testimonianza e l’annuncio di salvezza portato da Gesù all’uomo. Non a caso Luca colloca immediatamente dopo l’annuncio a Zaccaria della nascita di Giovanni; Zaccaria ci rappresenta un po’ tutti, vive la sua quotidianità e il suo servizio con la fatica di una vita che non ha il progetto sperato. Eppure, Zaccaria ed Elisabetta non smettono di attendere, il loro cuore non si chiude all’incontro con Dio, ma rimane fiducioso del disegno che Egli ha fatto per loro. La coppia continua a vivere la propria vocazione giorno dopo giorno confidando nella misericordia del Signore.
Domande
Sono disposto come Zaccaria a fare fatica e ad avere pazienza, pur di dare un senso più alto alla mia vita?
Di fronte alle difficoltà mi affido al Signore e alla sua Parola o mi accontento di una felicità effimera che mi faccia dimenticare la mia mancanza?
PREGHIERA – + UNA PREGHIERA DI INTERCESSIONE DAL CARCERE DI SAN VITTORE, scritte da alcune donne incontrate.
Signore, Dio degli eserciti, ascolta la mia preghiera,
porgi l’orecchio, Dio di Giacobbe.
Vedi, Dio, nostro scudo,
guarda il volto del tuo consacrato.
Per me un giorno nei tuoi atri
è più che mille altrove,
stare sulla soglia della casa del mio Dio
è meglio che abitare nelle tende degli empi.
Poiché sole e scudo è il Signore Dio;
il Signore concede grazia e gloria,
non rifiuta il bene
a chi cammina con rettitudine.
Signore degli eserciti,
beato l’uomo che in te confida.
(Sal 84,9-13)